Ci sono libri che giacciono, pesanti, su scaffali e ripiani. Si leggono quasi per senso del dovere, anche se non ci entusiasmano. Da quache parte abbiamo appreso che si tratta di una lettura imprescindibile. Ma il testo è pietra, o così ci pare. Non basta che dica cose importanti, o nuove, o emozionanti. Occorre che sappia dirle su una frequenza che ci sia affine, occorre un flusso comunicativo, una impossibile relazione tra un umano e un oggetto.
Ci sono libri che volano. Proprio non riescono a stare fermi su un comodino, su uno scaffale. Il loro habitat naturale è il movimento. Dopo averli letti sentiamo l’impellente impulso a condividerli, a metterli per strada, nelle mani di un amico, di un corrispondente, di una persona che sappiamo saprà riceverli, restarne affascinata, incuriosita. A sua volta avrà voglia di condividerli ancora, farli girare.
Un libro così, uno di quelli che volano, è speciale perché dà voce. Fa sorgere altre domande, fa venire sete di apprendere e di approfondire. Fa venire la voglia di mettere sotto pressione la struttura, per vedere se regge, se scricchiola.
Era uscito 3 anni fa. Il suo Autore lo ha portato un poco in giro, con il suo stile sobrio, sommesso, di chi sa benissimo che è deleterio alzare la voce. Il libro in questione: “Ecologia della parola”, ha trovato la sua strada, anzi: i suoi sentieri, perché più d’uno e tutti percorsi a piedi e con calma. E ora siamo alla seconda edizione rivista e accresciuta, da 100 a 130 pagine.
Il libro raccoglie parole, le esamina e costringe al ragionamento, ad una scelta più attenta, ragionata di ogni espressione. Un abbecedario? Una “modesta bussola”? Persona o Individuo? Cultura o Usura?
Darete moto al libro inanimato, dopo averlo letto. Perché esiste per essere regalato, prestato e reclamato indietro. Perché periodicamente bisogna tornarci, come torniamo a trovare una persona cara.
Il libro si trova nella libreria di vostra fiducia (provate a chiederlo), oppure direttamente sul sito di Pentagora – Delfino&Enrile, qui.
Insomma, si trova. Meno che su Amzn…
Ottobre 3, 2020 il 7:26 pm
Già mi aveva conquistata la prima edizione, dalla seconda potrebbero uscire fuochi d’artificio come alle sagre di paese, improvvisi scoppiettanti e luminosi, con il vantaggio, rispetto ai fuochi, del silenzio calmo e riflessivo che Angelini, a mio parere, sa spargere nelle pagine.
Grazie