di Helena Molinari
Sembra che oggi tutto corra talmente velocemente, e forse così è, che è frequente il vociare proverbiale di frasi del tipo:”non ci sono più le stagioni di una volta”.
Da
ciò una diramazione complessa di ragioni e vedute le più disparate ci
costringono a giustificare tutto ad ogni costo, a fare previsioni, a
dare risposte, a rivolgere domande e cosi via…
Siamo
talmente presi dalla frenesia di informare e informarci un click dopo
l’ altro che quasi ci dimentichiamo di ciò che cerchiamo. Un “marketing” alle intenzioni…
Lo
scrittore inseguito dall’ editore, l’ editore inseguito dalla
quantistica come si fa alla radio o in tv con gli indici di ascolto e il
tutto a sua volta da misteriosi algoritmi che scandiscono successi e
insuccessi, come stagioni ben più impazzite, senza tregua.Analogamente per mille altri mestieri.
Dopo
la zucca di halloween, gli scaffali scintillanti del Natale che ancora
ospitano scontati i dolciumi in bella vista espongono di già frappe e
stelle filanti perchè deve essere carnevale ad ogni costo senza se e
senza ma… che la foglia non muta il suo colore… ” ha da cadere e
basta!”
Senza se e senza ma…
E se fossimo noi a evadere la vita e la natura invece disperatamente a tendere come rami urli rapaci a volerci fermare?!!!
La Natura merita ascolto.Mi volto e osservo che ancora ricama viole e che ciò che muta serve eccome a ritrovarci umani e comprensivi.
Gennaio 21, 2020 il 7:54 pm
Che bel ricamo di viole e di immagini, hai scelto, cara, per ricordarci che è anche un richiamo, un richiamo all’ascolto e al mutamento che ci fa ritrovare noi stessi e i valori importanti.
Grazie!
Gennaio 23, 2020 il 10:01 pm
Il tuo raccontare mi ha messa in agitazione, poi sei riuscita a calmarmi con le viole. Quando mi prendono le ansie e le frenesie penso a Bruno Lauzi e alla sua canzone “La tartaruga”. Più volte la vita mi ha fermata, come ha fatto con la tartaruga, ogni volta riprendo a camminare, più lentamente, più consapevolmente. Forse questo è il significato della vita, dover prendere delle facciate per riprendere la lentezza e per gustare, appunto, un prato fiorito di viole o… un campo di insalata. Grazie.