di Mara Sordini
Arrivo al Porto Antico, un bel sole pieno allaga piazza Delle Feste. Prima che i miei sensi siano catturati dal gomitolo di profumi, suoni e colori, mi chiama l’ombra accogliente della tenda marocchina che come uno scrigno racchiude tappeti, tavoli da tè e l’arcobaleno ordinato dei libri di Pentagora, accanto un cesto di frutti gialli e viola e altre prelibatezze della terra.
Sotto la tenda c’è una parola per ogni lettore, per ogni passante curioso. Accanto alla tenda un maestro ceramista dal Maghreb lavora sul tornio l’argilla che poi colorerà di cobalto, ocra e carminio delle polveri contenute in piccoli orci.
Il pomeriggio scivola tra chiacchiere, amici ritrovati e compagni di penna. Un giro tra le bancarelle, il tempo di un cous cous di miglio preparato da un cuoco senegalese e un bicchiere di vino, ed è l’ora di raggiungere il palco al centro Suq.
Massimo solleva il libro come la bacchetta del direttore d’orchestra e sopra il brusio risuona il racconto di popoli e miti lontani nel tempo e nello spazio. Poi c’è Laura e infine Cristina, con la sua lettura avvincente di una delle storie di Oltre il confine.
È il momento di raccontare di questo libro che con Maena abbiamo pensato, desiderato, nutrito come un figlio, per dare voce a chi queste storie le ha scritte sulla pelle: donne, uomini e bambini che hanno attraversato diversi generi di frontiera, in terra e in mare, alla ricerca di un approdo. Ognuno di loro ha un’isola immaginata, la periferia di una città, la distanza da un padre padrone, dalla guerra o dalla fame. Ma l’approdo vero è sempre alla fine del mare, per chi ha la sorte di attraversarlo tutto. C’è poi chi la frontiera la valica al contrario per portare altrove mani che curano e costruiscono. Non vorrei scendere da questo palco, tante sono le storie da raccontare, ma è il tempo di Laura con la sua squadra di Trallallero, il canto di Genova, e la fisarmonica seducente e malinconica di Julio. La luna piena si riflette sull’acqua tra i bracci del Bigo mentre mi allontano.
Mara Sordini è autrici, con Maena Delrio, di Oltre il confine.
Luglio 28, 2019 il 10:50 am
Grazie Mara per questo bel ricordo! E’ sempre emozionante vederti e sentirti parlare o scrivere delle storie di “Oltre il confine”, ascoltarle mentre vengono lette. E’ un libro che riprendo spesso in mano per rileggere un racconto, o magari solo un’immagine perchè ogni volta mi suggestiona in modo diverso e mi trasmette qualcosa in più.